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Le imprese delle donne – I risultati del progetto

 
LeImpresedelledonne

Il progetto, co-finanziato da Regione Emilia-Romagna e Unione Terred'acqua, è nato con l’obiettivo di rafforzare le competenze imprenditoriali delle donne, favorire azioni di supporto all’imprenditoria femminile e avviare una riflessione sul ruolo degli enti locali per il mainstreaming delle politiche di promozione e sostegno delle donne nel mondo del lavoro.

In questa occasione, i partner di progetto hanno presentato le lezioni apprese nel corso dei due cicli. L’indicatore d’impatto del progetto non è mai stato cercato nel numero di donne che, dopo il corso, avessero aperto un’attività in proprio, perché scopo di questi interventi era piuttosto di aiutare le partecipanti a prendere consapevolezza della propria forza e tenacia, a impossessarsi di strumenti per condurre una preliminare analisi di fattibilità e per una valutazione dei rischi ragionata.

 

I risultati che consideriamo di successo sono, oltre che nelle valutazioni molto positive delle partecipanti circa il progetto al quale hanno partecipato, nelle parole delle donne che si sono espresse nel corso dell’evento. Come Elisa che ha trovato in Le Imprese delle Donne la spinta per presentare un progetto di sviluppo della sua Efelidi al bando Incredibol! (supporto allo sviluppo delle startup del settore culturale e creativo) e ad essere tra i vincitori del 2022. Come Samanta che ha dichiarato di avere ricevuto quasi un supporto psicologico che l’ha portata ad avere coscienza delle proprie capacità e ad aumentare la fiducia per esprimersi e manifestare il proprio pensiero e le proprie competenze nell’azienda familiare. Come Angela e Veronica che, pur avendo già avviato la propria attività nel campo dei trattamenti olistici per il benessere psico-fisico l’una, e nella gestione di un nido privato bilingue l’altra, si sono applicate alla compilazione di un semplice strumento di pianificazione che ha però permesso loro di prendere confidenza con tutto quello che esula dalla passione che, sola, non basta a tenere in piedi un’attività in proprio. Come Karen che diventerà a breve estetista in proprio,

Elisa, che lancerà presto il suo B&B e Margherita, che porta avanti con grande creatività il suo brand di cancelleria e illustrazioni Margottistudio.

 

Infine, i partner di progetto hanno presentato le proprie Raccomandazioni alla Regione EmiliaRomagna e agli Enti locali, riassumibili in questi punti.

• I centri preposti offrano informazioni tra loro coerenti ed omogenee, valutando anche l’opportunità di concentrare nella Regione il nucleo di smistamento di domande verso il soggetto più idoneo per territorio e competenza specifica.

• Ai front office degli sportelli informativi e di accompagnamento si collochino persone imprenditrici, che abbiano competenza, esperienza, lucidità, brillantezza e capacità di fornire

indicazioni a partire dai bisogni dell’imprenditrice o aspirante tale.

• All’erogazione di fondi pubblici si associno strumenti per favorire la cultura d’impresa, ovvero quei valori, spesso non formalizzati ma fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi dell’impresa, che oltrepassano le mete economiche e finanziarie arrivando a toccare la sfera socio-territoriale, delle relazioni con i collaboratori e con l’ambiente in cui si opera.

• La formazione all’imprenditoria sia svolta soprattutto da persone imprenditrici che possano essere concretamente di guida condividendo le proprie esperienze di avvio e

gestione d’impresa. E’ necessario inoltre che la formazione affronti le incertezze che affliggono le donne più degli uomini, tra cui la consapevolezza di inserirsi in un mondo che ancora privilegia l’altro sesso.

• Si introduca il concetto di finanza mista. Occorre che il finanziamento pubblico faccia leva sul contributo dell’aspirante imprenditrice e colleghi l’erogazione di fondi pubblici a fonti di credito privato, agendo così in uno schema finanziario complessivo dove Regione e Enti locali costruiscono relazioni di solida collaborazione con le strutture finanziarie del territorio, per creare un ecosistema favorevole agli investimenti.

• Si stabilisca un sistema di formazione gratuita e permanente, erogata dalle istituzioni pubbliche, sull’educazione finanziaria come passaggio indispensabile e preliminare per avere indipendenza economica e finanziaria individuale, prima di pensare ad un’eventuale azione imprenditoriale.

• Si raccolgano dati regionali e comunali specifici sull’imprenditoria femminile in merito alle caratteristiche delle donne che fanno impresa e in quali settori economici, per favorire l’elaborazione, la valutazione e il monitoraggio delle politiche pubbliche sull’imprenditoria femminile, a maggior ragione in tempi di fondi PNRR. I dati siano pubblicati in forma aperta cioè facilmente consultabili anche dalla cittadinanza, segnalandone l’esistenza nelle pagine di bandi e servizi dedicati all’imprenditoria femminile.

• Si sostengano i comuni del territorio regionale, attraverso l’ufficio statistica della Regione Emilia-Romagna, nella raccolta e nella messa a disposizione di dati sulle caratteristiche delle donne e dei settori economici delle imprese femminili per comune, supplendo così alla mancanza temporanea di personale specializzato in statistica e nella lettura di genere dei dati.

• Si impegnino i comuni a formare i dirigenti comunali sul significato dello “sguardo di genere” nelle politiche pubbliche e sulla sua importanza, in modo da diffondere all’interno della struttura comunale nuove modalità di programmazione e attuazione delle politiche.

Partendo dalla conoscenza dei dati sull’imprenditoria femminile (e in generale sull’occupazione femminile), ogni comune sarebbe in grado di stabilire degli obiettivi di breve, medio e lungo termine per il suo potenziamento, individuando degli indicatori per valutare e monitorare l’impatto delle azioni sviluppate. Così si applica la valutazione di impatto di genere (VIG) del processo di mainstreaming in tutte le strutture e i servizi dell’amministrazione pubblica, processo riconosciuto in tutti i documenti istituzionali, nazionali ed europei

• Si informino tutte le istituzioni pubbliche in Regione sull’opportunità di aderire alla campagna #datipercontare che chiede alle istituzioni, a partire dai comuni, di: raccogliere e disaggregare per genere i dati necessari a costruire una valutazione d’impatto di genere preventiva dei programmi e dei progetti da attuare nel quadro del PNRR e consentirne il monitoraggio. Ad oggi hanno aderito i comuni di Bologna, Palermo, Milano, Ravenna, Cento, Imola. Senza dati non è possibile monitorare e valutare le politiche pubbliche. Aggiungerei alla fine che ci adopereremo per avere riscontro dalla Regione e dai Comuni sulle nostre proposte.

 

 

Importanti sono stati gli interventi di Maria Luisa Rubbi, presidente CNA Impresa Donna di Bologna e imprenditrice di Rubbi Meccanica, che ha condiviso il suo coraggioso percorso d’impresa; Giorgia Boldrini, direttrice del Settore cultura e creatività del Comune di Bologna che ha presentato il quadro del territorio del Comune di Bologna tra progetti ed opportunità a sostegno dell’imprenditoria giovanile in campo artistico e d’innovazione; Guglielmo Gargano di Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) che ha presentato alcuni dati nazionali e l’impatto dei programmi nazionali gestiti da Invitalia per l’imprenditorialità e l’occupazione (Resto al Sud, selfiemployment e imprenditoria femminile).

Erano presenti le Assessore del territorio Emma Monfredini (Comune di Crevalcore), Eleonora Riberto (Vicesindaca Comune Sala Bolognese) e il Consigliere comunale di Calderara di Reno Simone Lumia che hanno ribadito l’importanza di lavorare per superare ogni ostacolo alla parità di genere nel lavoro e nell’impresa, confermando la volontà di proseguire sulla strada intrapresa.

 

 

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